Storia della Sezione UNUCI di TARΛΝΤΟ

FONDATA NEL 1925

CENNI STORICI SUL SODALIZIO U.N.U.C.I. E SULLA SEZIONE DI TARANTO

Da una ricerca di Aldo Basile e Franco Di Ponzio nella Biblioteca Comunale, e precisamente dal giornale “La Voce del Popolo” 

la cui copia è giacente presso il nostro Archivio sezionale.

Subito dopo la 1^ Guerra Mondiale, nel 1919, un gruppo di Ufficiali in congedo costituì a Milano la prima Associazione di Ufficiali in congedo, come si evince da una lapide esposta nel salone di quella Sezione (trasferitasi in Via del Carmine 8, presso il Comando del IV Corpo d’Armata).

La notizia di detta costituzione si sparse in tutta Italia e in molte città fiorirono autonomamente varie associazioni e tra queste, nel 1920, quella di Taranto, come fu riferito da un vecchio Socio, il Ten. Colonnello Franco Lo Franco, all’ex-Presidente Antonio Vecchioni, e viene così tramandata verbalmente in quanto non esistono dati ufficiali che confermino la veridicità di tale notizia.

Nel 1923, il Governo dell’epoca volle mettere un po’ d’ordine in tutte queste predette Associazioni, sorte spontaneamente e senza autorizzazione, per formarne una sola, appunto l’U.N.U.C.I, riconosciuta ufficialmente con Regio Decreto del 9 dicembre 1926.

Intanto, nel 1925, a Taranto, i Capitani Saverio Pavone ed Angelo Ponzio costituirono la Sezione, ovvero, il Gruppo UNUCI della Provincia di Taranto, facendo così scomparire l’Associazione nata nel1920

Nel 1930 gli Ufficiali in congedo furono obbligati all’iscrizione all’UNUCI ed il pagamento della quota associativa avveniva per il tramite della cartella esattoriale.

Fino alla fine della II^ G.M. furono Presidenti Nazionali Ufficiali dell’Esercito (ossia tutti gli alti gerarchi del Fascismo), mentre nell’immediato dopoguerra fu nominato un Ufficiale, uomo di sinistra, Tito Zaniboni, ritenuto l’attentatore di Mussolini. In effetti egli non riuscì nell’attentato perché denunciato da un infiltrato della Questura di Roma, fu perciò condannato e subito dopo mandato al confino.

Il Sodalizio UNUCI, sempre fino al termine della II^ G.M. fu obbligato all’aggiornamento militare dei propri associati mediante visite ai reparti militari, partecipazioni alle esercitazioni delle FF.AA. e ad organizzare gare di orientamento e tiro. Queste ultime attualmente sono organizzate solo da poche sezioni in ambito nazionale, prevalendo invece l’organizzazione di attività ludiche e turistico-culturali. La Sezione di Taranto è una di quelle che in quest’ultimo quindicennio è riuscita a coniugare alcune di queste attività addestrative, ludiche e culturali.

L’UNUCI è stata riconosciuta Organo ausiliario dello Stato con sentenza 9129 della Cassazione del 13 marzo 1978 ed Ente di Diritto pubblico con il DPR del 9 marzo 1979.

Tra le numerose riunioni avvenute nel tempo, c’è da ricordare il grande Raduno Nazionale degli Ufficiali in congedo a Taranto avvenuto nel 1962 alla presenza del Presidente Nazionale Generale C.A. Giuseppe Pizzorno e che nel 2020 vi è stata la ricorrenza del Primo centenario della prima Associazione Ufficiali in congedo di Taranto, ricorrendo parimenti anche i 95 anni dalla costituzione della Sezione UNUCI tarantina.

La nostra sede, dal 1925 al 1956, ha cambiato varie ubicazioni trovando definitiva sistemazione con l’acquisto, da parte della Presidenza nazionale, dell’attuale immobile sito al n. 20 di Via Regina Elena.

La natura giuridica odierna dell’UNUCI è quella riportata nell’art. 1 del nostro Statuto che recita:

“1. Ai sensi dell’articolo 1 del decreto del Presidente della Repubblica 18 marzo 2013, n. 50, l’Unione
nazionale degli Ufficiali in congedo d’Italia, di seguito denominata “UNUCI”, è l’Associazione di rilevanza nazionale con personalità giuridica di diritto privato, apolitica e senza fini di lucro, degli Ufficiali di ogni grado che hanno svolto servizio nelle Forze armate o nei Corpi armati dello Stato italiano e che intendono mantenersi uniti per meglio continuare a servire lo Stato in ogni tempo.

  1. L’UNUCI ha la sede legale in Roma. 3. La vigilanza sull’UNUCI è esercitata dal Ministero della difesa.”